Da sempre è stato chiamato in tanti nomi: UPC, EAN ed ora GTIN. Da sempre è stato chiamato più semplicemente Codice a Barre!
Storia del Codice a Barre
Bollini stampati su quasi tutte le confezioni, di tutti i tipi, in grado di suscitare la fantasia di grandi e piccoli. Affascinati da quell’effetto che fanno alle casse dei supermercati.
Forse non interessa chi sia stato il primo ad inventare il Codice a Barre e come questo aiuti computer ed umani a non sbagliare. Siamo più preoccupati nel come applicarli. Purtroppo scopriamo che qualcuno li fa, li vende o ne è l’Autorità.
A quel punto tocca fare un passo indietro e cercare di capire come sono fatti e come, a volte, sia così difficile ad utilizzarli.
Chi applicando codici sui propri prodotti si trovasse in difficoltà, diremmo loro che non ce ne sarebbe motivo. Gli inventori fecero di tutto per facilitare le cose!
Quelle barre bianche e nere sembrano così misteriose ed astratte. Poi basta un “bip” per tornare a fantasticare sognando grandi vendite!
We The People
Tutto nacque negli Stati Uniti, tra i più grandi paesi del mondo per superficie e popolazione e la cui costituzione inizia con tre parole “We the people”. Scritto in grande, davanti a tutto, oltre ad offrire una dimensione di popolazione, sottintende anche quella dei consumi!
Siamo nel 1787 e solo nel 1859 facevano già la loro comparsa i primi “supermarket” ed i “self-service”. Grosse produzioni, grande richiesta di mercato e quindi “grandi magazzini” con la necessità di automatizzare le operazioni di cassa nei supermercati. Grandi negozi dove fare la spesa servendosi da soli con la cassiera in grado di fare il conto in pochi secondi. La IBM, l’allora società operante nel settore meccanografico, trovò la soluzione.
Mater artium necessitas
Una storia intrigante e molto interessante quella che iniziò negli anni ’60 quando, negli Stati Uniti d’America, un’associazione di supermercati ed alimentari, la National Association of Food Chains, cercava una soluzione per accelerare le procedure di cassa. In realtà alcuni studi iniziarono già nel lontano 1949 da Norman Joseph Woodland e Bernard Silver. Ma fu solo nel marzo del 1973 che l’ing. George Joseph Laurer che lavorava presso la IBM, azienda americana che allora produceva sistemi “meccanografici” prima dell’esistenza dei primi veri computer, mettendo in gioco la sua stessa carriera e con l’aiuto di suo figlio allora quindicenne, di fatto inventò quello che tuttora è ancora in uso: il codice U.P.C. | UPC | Universal Product Code.
La cosa più curiosa è che, sia la IBM che lo stesso inventore non provarono nemmeno a brevettare il nuovo sistema, proprio per non rallentarne l’attuazione o scoraggiarne l’uso. Un’idea ammirevole e tanto cara all’attuale mondo della condivisione, ma che non ha impedito purtroppo l’introduzione di regole pecuniarie che di fatto impediscono un accesso più disinvolto ai sistemi di vendita che utilizzano questo standard.
Il primo Codice a Barre
E fu così che, nel 1974, venne venduto il primo prodotto con un codice a barre: un pacchetto di gomme da masticare “Wrigley’s” al gusto di frutta in un negozio “Marsh” della città di Troy nell’Ohio (USA) e molte furono le aziende che ne seguirono l’esempio. Le richieste erano tante che fu necessario regolamentare e coordinare questo nuovo sistema di vendita, con il mantenimento di registri e normative, dapprima negli Stati Uniti e man mano nel resto del mondo. Furono necessari circa 10 anni per la costituzione della Uniform Code Council, Inc. o “UCC”, una società statunitense senza scopo di lucro del Delaware (USA) oggi conosciuta come GS1 (gs1.org). Molte furono le aziende abilitate dalla UCC|GS1 ad utilizzare Codici a Barre e ad utilizzare l’invenzione con grande giovamento per il commercio in genere. Ma quest’idillio finì quando la UCC|GS1 iniziò ad esigere che le imprese registrate dovessero versare quote associative e canoni di rinnovo annuali.
La UCC
La UCC|GS1, violando le norme d’uso, scatenò così la reazione di tutte quelle aziende che già utilizzavano i codici in forma gratuita: una “class-action” da $ 3.895.000, milioni di dollari ! La sentenza del 15 dicembre 2003 (Suprema Corte della contea di Spokane, Washington (USA) – Civil Action No. 03-203796-1) oltre a determinare il rimborso delle indebite somme, decise che i prefissi rilasciati prima del 28 agosto 2002 rimanessero con le stesse condizioni d’uso originarie, senza scadenze, quote associative e canoni di rinnovo.
Nel frattempo l’uso dei Codici a Barre si diffonde in tutto il mondo e nel 2005 la società UCC diventa GS1, operando con base a Bruxelles, Ixelles (Belgio) ed altre sedi di rappresentanza in tutto il mondo, sempre attraverso società non a scopo di lucro.
L’associazione no-profit UCC|EAN|GS1
Attualmente GS1 è l’unica associazione non-governativa che detiene lo standard UPC|EAN|GS1|GTIN
Nel 2005, l’Uniform Code Council, Inc. o UCC diventa GS1 US.
Sotto il suo patrocinio, GS1 US gestisce tre società interamente controllate: EPCglobal US, RosettaNet e UCCnet. GS1 US gestisce la United Nations Standard Products e la Services Code (UNSPSC) per la United Nations Development Programme. EPCglobal, Inc. è una joint-venture della GS1 US e GS1 (ex EAN International). Le soluzioni basate sulla GS1 US comprendono i processi di business, lo standard XML, sistema di transazioni EDI e lo standard di identificazione dei Codici a Barre EAN. Il sistema UCC è attualmente usato da aziende associate in tutto il mondo. GS1 US ha sede a Lawrenceville, NJ USA.
1948
Un’idea da boy-scout
Norman Joseph Woodland escogita un modo, basato sul codice Morse, per acquisire automaticamente le informazioni sul prodotto alle casse dei supermercati (Supermarket Ad Hoc Committee).
1972
IBM - George J. Laurer
L’IBM assegna all’ingegnere George J. Laurer il compito di sviluppare codici a barre da utilizzare nei supermercati basandosi sull’idea di Joe Woodland.
1972
1973
1974
Il primo prodotto con il codice a barre
A Giugno, all’interno di un supermercato americano, un pacchetto di gomme da masticare diventa il primo prodotto con il codice UPC ad essere scansionato.
1974
1975
European Article Numbering
Anche l’Europa adotta un sistema analogo e compatibile UPC aggiungendo una 13ª cifra per un’identificazione globale.
1997
European Article Association
Viene fondata la European Article Association, poi European Article Numbering, EAN, organizzazione non-profit con sede a Bruxelles per il coordinamento dello standard.
1997
1978
Indicod
Nasce Indicod (Istituto Nazionale Per La Diffusione Della Codifica Dei Prodotti) associazione che si occupa della diffusione dello standard in Italia.
1983
Dalle casse dei supermercati alla logistica
L’utilizzo dello standard si allarga grazie anche alle varie tipologie di codici estendendosi dalle casse dei supermercati alla logistica.
1983
1993
EDI
Nasce Edi, sistema creato per lo scambio di informazioni elettroniche
1995
Il codice a barre nella Sanità Italiana
Lo standard arriva nella Sanità italiana con le prime sperimentazioni.
1995
1996
1999
1999
2001
Euritmo
La Indicod lancia la piattaforma “Euritmo” per agevolare lo scambio di informazioni tra le imprese tramite Internet.
1999
Class Action
Una battaglia legale si scatena contro l’UCC, attuale GS1, quando tenta di introdurre costi per quote associative, canoni e limiti per i titolari dei prefissi numerici. Si arriva così ad una class-action dei membri dell’UCC contro la stessa UCC.
1999
2003
La sentenza
La causa legale si conclude con una sentenza, UCC Settlement Dec 2003 presso lo stato di WA, U.S.A.: “I possessori di prefissi UCC attivi prima del 28 agosto 2002 sono esonerati da costi per quote associative e canoni di rinnovo, mantenendo la loro appartenenza all’UCC e liberi di auto-prodursi fino a 100.000 codici per ogni prefisso.”.
2003
I nuovi standard
Ancora altri standard: EPCglobal e DataMatrix, primo bidimensionale. Nasce l’identificazione in radiofrequenza, Gen2 ed il Global Data Synchronisation Network, GDSN basato su Internet.
2003
2004
L’espansione GS1
Indicod e Ecr Italia si fondono e tra il 2004 ed il 2005 il GS1 è lanciato in tutto il mondo.
2007
Organizzazione Mondiale delle Dogane
La World Customs Organisation (WCO) e GS1 firmano un protocollo d’intesa per ottimizzare gli standard nelle Dogane.
2007
Giorni nostri
Dall’idea di un ex boy-scout allo standard mondiale di GS1.